Giampiero Pizzol è l'autore del testo teatrale "Cantico €conomico", tratto da un'idea del prof. Oreste Bazzicchi ispirata alla mostra "Economia fraterna", che resterà allestita nel Sacro Convento fino alla prossima estate e che potrà essere visitata quando le norme anti-Covid lo consentiranno anche in Umbria. Pizzol, che è anche uno degli interpreti dello spettacolo teatrale, è stato intervistato da p. Felice Autieri, uno degli organizzatori con il prof. Bazzicchi della mostra.
Cosa le ha suscitato la conoscenza della figura di San Francesco nel rapporto all'uso del denaro?
Sono sempre stato legato alla figura di Francesco d' Assisi, fin da quando vent'anni or sono un francescano mi chiese di scrivere la rappresentazione che poi divenne un libro dal titolo "Un Uomo di nome Francesco", per arrivare al più recente "Francesco e il Sultano" e all'odierno "Cantico €conomico". In questo lungo e fraterno cammino con Francesco mi sono accorto che non si finisce mai di imparare da lui. Francesco si distacca dal denaro e questo sembra dapprima un drastico tuffo nella povertà. Infatti per tuffarsi si spoglia completamente. Ma piano piano in sua compagnia si comprende che questo distacco non è il disprezzo del mondo, caro a certi anacoreti. Nessun odio per il denaro. Sceglie di essere povero per essere davvero libero. Il denaro come molte altre preoccupazioni ci fa schiavi, mentre Nostro Signore vuole uomini liberi che liberamente e liberalmente possano disporre dei beni.
Da uomo di teatro, qual è il suo giudizio critico verso l'apporto del francescanesimo all'economia?
Io credo che anche l'economia possa elevare un Cantico. Il bene e il bello non si vedono solo nelle creature, ma anche nell'opera degli uomini al lavoro, nelle idee e nei sogni che si realizzano. C'è un modo di utilizzare le risorse che rende il lavoro creativo e utile. Anche il teatro lo dimostra nel suo essere arte e artigianato che mira a coinvolgere le persone. Una economia non più lineare, sulla scia solo del progresso, ma circolare e fraterna inizia come è iniziata la famiglia francescana, dalle piccole opere, da tre compagni, dall'affrontare i bisogni del prossimo. In questo la logica del dono è essenziale: non più il "do ut des" dell'economia classica, ma il dare anche senza ricevere, lasciando che il bene compiuto crei un'onda di reciprocità, una comunicazione vitale. Francesco aveva capito che il bene, grazie a Dio, è più contagioso del virus del male. Da questo sono nate le iniziative come i Monti di Pietà e il pensiero della Scuola Francescana. Da questo nasce anche il nostro spettacolo.
guarda il trailer di "Cantico €conomico".