Santa Elisabetta d'Ungheria in Basilica - Nella chiesa inferiore della Basilica, sia tra gli affreschi che nelle vetrate, sono presenti diverse raffigurazioni di s. Elisabetta d'Ungheria (o di Turingia), la cui santità era molto più celebrata nel Medioevo che alla nostra epoca, nonostante la grande originalità della sua figura. Il motivo della sua evidente presenza nella Basilica di Assisi risiede nel fatto che fu la primissima seguace di Francesco, sia tra le donne che tra gli uomini, a venir canonizzata dopo di lui, a pochi anni di distanza. Francesco fu infatti elevato agli altari nel 1228, Elisabetta nel 1235.
Principessa ungherese, Elisabetta divenne langravia (vale a dire principessa regnante) sposando a soli 16 anni Ludovico IV di Turingia. Il loro fu un matrimonio d’amore, nonostante le alleanze politiche tra le loro famiglie: durante la loro breve ma felice unione, fu Ludovico a sostenere e proteggere l’intensa attività caritativa che Elisabetta esercitava fin nelle stanze della reggia, suscitando forte irritazione e fiera opposizione nella corte.
Rimasta vedova dopo pochi anni, fu cacciata dalla reggia e privata dei suoi tre bambini. Incontrati i primi Frati Minori che predicavano in quelle regioni, ne abbracciò la spiritualità emettendo nelle loro mani un impegno di vita religiosa insieme con le sue ancelle di palazzo, che le rimasero fedeli anche nella miseria e con le quali continuò sempre a vivere, tenendole accanto a sé come compagne di vita e sorelle di fede. Quando Elisabetta e le sue consorelle vi emisero i voti, il Terz’Ordine Francescano era agli albori: anche per questo oggi ne è la patrona.
Sotto la direzione del suo padre spirituale, il teologo Corrado di Marburgo, si dedicò alla costruzione e alla cura di un ospedale per i poveri, sorretta da una profonda vita spirituale che si manifestava anche in segni esteriori straordinari. Quando morì in odore di santità nel 1231, a soli 24 anni, le spoglie mortali di Francesco erano state sepolte nella chiesa inferiore appena da un anno.
Ascolta su YouTube l'omelia della s. messa in memoria di s. Elisabetta - 17 novembre 2022.
Tra le sue diverse le raffigurazioni presenti nella chiesa inferiore, certamente la più nota è quella ad opera di Simone Martini, che nel ciclo di affreschi della Cappella di san Martino la pone non a caso a fianco di Chiara d’Assisi. Nel famoso dittico, Elisabetta appare di profilo, in abiti regali da puerpera ed una lussuosa acconciatura intrecciata alla corona.
Simone Martini sembra aver affrescato s. Elisabetta su una raffigurazione sottostante, forse una Sant'Orsola: ne è un indizio il gesto elegante della mano che sembra giocare vezzosamente con la collana, a coprire probabilmente piuttosto la mano della martire che mostrava la freccia del martirio.